
Arte
Blinding Plan: The minimalism of art
Conosciamo la nuova mostra di Sara Papini, in occasione di ArtCity a Bologna
A cura di
Lorenzo Marsicola
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ArtCity giunge alla quattordicesima edizione, e anche quest’anno vedrà coinvolti vari luoghi del capoluogo emiliano, che daranno spazio alle varie mostre organizzate in città. ArtCity non è però solo questo: ogni anno, il programma tende a coinvolgere importanti musei e gallerie della città, come la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il MAMbo (Museo d’Arte Moderna); molte delle attività si svolgono in luoghi suggestivi, come i cortili di palazzi storici, giardini e musei, creando un’atmosfera unica che unisce arte, cultura e la bellezza della città.
La Fondazione Gajani
Uno dei luoghi deputati è la Fondazione Gajani. Questa è un’istituzione culturale con sede a Bologna, che si occupa di promuovere attività legate alla musica, all’arte e alla cultura in generale. La fondazione prende il nome dalla famiglia Gajani, che ha un’importante tradizione di mecenatismo e impegno culturale nella città. Nel corso degli anni, la Fondazione ha sviluppato vari progetti, eventi e attività che spaziano da concerti a mostre, passando per corsi e iniziative di ricerca in ambito musicale e artistico. L’obiettivo della fondazione è quello di preservare e diffondere la cultura, mettendo in evidenza la città di Bologna come un centro di rilevanza culturale.
Il lavoro della Fondazione rispecchia quello già svolto da Carlo Gajani, che di Bologna è stato un simbolo: la sua passione per l’arte e la musica, unita a una visione di sostegno alla cultura come valore collettivo, ha reso la sua figura molto rispettata nella comunità locale. In questo senso, la Fondazione Gajani si è fatta portavoce del suo desiderio di favorire la crescita culturale della città, con un focus su iniziative che abbracciano la musica, la storia dell’arte e la ricerca.
Blinding Plan: cosa aspettarsi
Per il secondo anno consecutivo casa Gajani, situata in via delle Moline, in pieno centro storico, apre le sue porte ad ArtCity, e in particolare a Blinding Plan: The Minimalism of Art. la mostra, curata da Sara Papini, ospiterà le opere di Debora Vrizzi e Isabella Tortola, due artiste emergenti del panorama bolognese. Come ci spiega Sara, che abbiamo avuto il piacere di intervistare, le due artiste non si conoscevano e non avevano collaborato prima insieme, il che rende la mostra ancor più interessante e unica. La mostra sarà focalizzata su due concetti fondamentali: la rimozione e la mercificazione dell’arte.
Come ci spiega Sara, le opere di Isabella, di natura fotografica, dialogheranno con l’ambiente della casa di Gajani, che a sua volta fu fotografo. Allo stesso tempo, però, le opere del Gajani saranno coperte da veli opachi, che ne impediranno la vista. L’osservatore sarà “costretto” a togliere il velo, a squarciarlo, per poter accedere all’opera. La copertura, però, sarà a sua volta parte integrante della mostra stessa, andando a rimescolare e a cambiare l’ambiente di casa Gajani. Un progetto ambizioso, che spinge l’osservatore a riflettere sulla fruizione moderna dell’arte, come ci conferma Sara stessa: siamo davvero sicuri che l’approccio che definirei “turistico” all’arte sia quello migliore? È davvero possibile capire di un’opera, o anche solamente goderne, passandoci semplicemente davanti, giusto il tempo di scattare una foto o di lanciargli un veloce sguardo?
Le fonti d’ispirazione
Con questi interrogativi Sara, Isabella e Debora hanno pensato questa esposizione, prendendo ispirazione, fra gli altri, dall’artista italiano Emilio Isgrò, esponente di punta, nella seconda parte del ‘900, del cosiddetto linguaggio artistico della cancellatura. La mostra costringe l’osservatore ad uno sforzo fisico minimo, ma simbolico: così facendo, infatti, si è costretti soffermarsi davanti all’opera e a svolgere un gesto che, seppur insignificante, richiede la concentrazione del visitatore sull’opera.
Le foto di Isabella saranno disseminate all’interno dell’abitazione e con la loro natura minimalista (da qua il sottotitolo) andranno a mescolarsi con le opere “nascoste” della Fondazione. Debora parteciperà, invece, attraverso la proiezione di due video, anch’essi inseriti all’interno della casa in maniera da non essere visibili a primo impatto. Il contenuto sarà a sua volta legato al tema della mercificazione e della rimozione, attraverso la manipolazione di alcuni video realizzati in vari musei. Non accenniamo altro per non rovinare la sorpresa a chi dei nostri lettori vorrà visitarla. La mostra durerà per tutto il periodo di ArtCity, a partire da mercoledì 5 febbraio. Noi saremo là.