Africa

Politica e società

Black History Month, il ponte tra l’Occidente e l’Africa

Ricomincia il mese dedicato alla storia, alla letteratura e alla musica del continente nero, con eventi dedicati alle persone afrodiscendenti

A cura di

Nicolò Guelfi

Immagini di

Black History Month Torino


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Quanti artisti, scrittori e filosofi di origine africana conoscete? A febbraio potrete espandere i vostri orizzonti ed esplorare i confini del Continente Antico restando però in Italia. Giovedì 25 gennaio è stata presentata, presso la Mole Antonelliana, la rassegna di eventi per la terza edizione piemontese del Black History Month, seguita il giorno successivo da quella fiorentina (la più antica in questo Paese) e poi da quella bolognese.

Da Firenze a Torino si celebrano le persone afrodiscendenti

La rassegna, cominciata in Italia proprio a Firenze nel 2005, punta a raccontare la cultura africana, cercando di ricostruire l’orizzonte caleidoscopico fatto di popoli, tradizioni e Paesi diversissimi che da nord a sud si estende dal Mediterraneo fino al Capo di Buona Speranza e da est a ovest collega l’Oceano Atlantico all’Indiano e al Mar Rosso. Un progetto che negli ultimi anni ha preso sempre più piede in Italia, volto a raccontare l’Africa con uno sguardo decoloniale e non eurocentrico. Forse l’unica risposta sensata alla crescente presenza afrodiscendente degli ultimi anni nel nostro Paese e al razzismo ancora purtroppo presente nella nostra società.

Presentare tutto il calendario non sarebbe possibile perché un intero mese di eventi, incontri, concerti, lezioni e proiezioni non è riassumibile in poche righe. Ciò che si può dire è che i temi fondamentali saranno tre: espressioni, sostenibilità (ambientale e non), imprenditoria (femminile e non). Inoltre, i primi tre giorni sono già in grado di dare l’idea di quale sarà il livello di quest’anno nella capitale sabauda.

Torino: tra musica, cinema, filosofia e storia dell’africa

L’edizione torinese comincerà giovedì 1° febbraio e andrà avanti fino domenica 25, inizierà con la grande apertura ai Musei Reali, precisamente nella Piazzetta Reale. Per l’occasione, interverrà l’autore Bayo Akomolafe, filosofo, scrittore e intellettuale, autore del libro Queste terre selvagge oltre lo steccato, e vincitore dei premi New Thought Leadership Award 2021 e the Excellence in Ethnocultural Psychotherapy Award by the African Mental Health Summit 2022. Akomolafe parlerà con il pubblico dalle 16.30 alle 18.30. Sempre il primo febbraio alle 20.30 presso la Libreria Indipendente Trebisonda, per presentare il suo libro e dialogare con Fabrice Dubosc, ci saranno Alessandro Rocca e Davide De Michelis.

La giornata d’inaugurazione si chiuderà sulle note dell’Orchestra etnica dell’Africa Subsahariana. La band viene da Torino, ma, come il celebre Kunta Kinte, ha radici lontane. Gli artisti nelle loro esibizioni vogliono far conoscere la loro musica tradizionale mostrando le sonorità e i movimenti tipici dall’Africa. Questo prezioso spettacolo si terrà alle 21 presso la Casa del Quartiere Cecchi Point.

Il giorno successivo, Il 2 febbraio, alle 17.00 presso il Polo del ‘900 parleranno Francesco Foti il traduttore di Rosso Cobalto (di Siddarth Kara, edito da PeoplePub 2023), Junias Azond Jinmond dell’Ambiente Bioclimatologia Umana in collegamento dal Benin, Andrea John Dejanaz Presidente di Friday for Future Torino e Presidente di Giustizia Climatica, Stefano Stranges fotografo e fotoreporter indipendente, Deka Mohamed fotografa e videomaker indipendente, e condurrà Valentina Gentile, giornalista di Sapereambiente. Accompagnamento con le letture di Hanane Makhloufi e Vesna Scepanovic.

A seguire, Sabrina Onana, regista e fotografa, presenterà il suo film Sono nera, sono bella. Si tratta di un documentario che dà voce a 12 donne nere, le quali, senza tabù, raccontano la loro dolorosa esperienza di essere persone di colore in un mondo in cui i canoni di bellezza sono dettati da criteri europei. Alle 20.30 presso il Cinema Massimo verrà proiettato il film alla presenza della regista.

Il cambiamento climatico al centro

Uno dei temi cardine di questa edizione è il cambiamento climatico. L’Africa, continente tra i più poveri del mondo, è anche quello che più pesantemente viene investito dall’inquinamento di origine antropica e dal cambiamento climatico, che stanno già manifestando i loro effetti con eventi metereologici estremi. L’aumento della desertificazione e le grandi siccità sono un problema, ma anche l’innalzamento del livello del mare costituisce una minaccia sempre più reale per tutte le comunità costiere.

Per questo motivo il 3 febbraio si svolgerà Talk: Africa nelle sfide ambientali globali. Oggetto o soggetto?, un panel dedicato con moltissimi ospiti che inizierà alle 16.30 presso i musei reali. Interverranno Bridget Ohabuche attivista nigeriana, con la sua testimonianza sulle condizioni di schiavitù nei lavori agricoli e rider di Siaka Doumbia oggi mediatore interculturale, Junias Bérgeron Azondjimon, presidente dell’associazione Raedd Ngo per l’ambiente nel Benin, Patrick Konde sindacalista, coordinatore lavoro agricolo e immigrazione, Luca Sardo di Friday For Future Torino, conduce Karim Metref giornalista.

Italia e Africa: una storia di luci e ombre

Ma il rapporto tra l’Italia e l’Africa è molto più forte di quanto si pensi. Come ha affermato il consigliere comunale torinese Abdullahi Ahmed, primo rifugiato di origine somala a essere eletto con questa carica in Italia: “È necessario ricordare i numerosi partigiani africani, provenienti dall’Eritrea, che durante la Resistenza aiutarono gli italiani a liberarsi dal fascismo”. Uno dei più famosi fu Abbabulgù Abbamagal, uomo etiope che combatté sulle montagne dell’Alto Maceratese insieme ai partigiani della Banda Mario, i quali, scherzosamente, lo soprannominarono “Carletto”.  

Ma la rassegna punterà anche all’analisi di alcune delle pagine più buie della storia del nostro Paese, ovvero il periodo del colonialismo in Libia, Eritrea ed Etiopia, cercando di ricostruire quali crimini vennero compiuti degli italiani in quelle terre e quanto gli effetti della guerra e del dominio imperialista siano riscontrabili ancora oggi. Per approfondire la questione, l’appuntamento è il 3 febbraio alle 16 a Palazzo Madama con l’incontro Radici ed eredità coloniale.

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