Futuro

Editoriale

Futuro – editoriale N.05

Tratto dalla rivista N.05

A cura di

Lorenzo Marsicola

Immagini di

Adele Pierini


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Cos’è il futuro? La risposta più naturale sarebbe quello che accadrà tra un anno, magari, tra un mese, o anche solo fra un’ora. Ma questa definizione è troppo limitante. Perché il futuro, come il tempo, è relativo, e personale, terribilmente personale. Futuro non è solo quello che accadrà, è soprattutto quello che potrebbe accadere. Dunque, non è un mero calcolo probabilistico, ma una sensazione, una prospettiva.

Ognuno di noi spera qualcosa per il futuro, o teme, alla stessa maniera. Il futuro, che si stia pensando in grande o in piccolo, è fatto di desideri, di timori, di incertezza o di speranza. Guardando al nostro mondo attuale, di futuro si parla in continuazione. C’è chi fa piani, chi prevede o cerca di prevedere, nel tentativo, forse vano, di controllare ciò che deve ancora accadere. O chi, alla stessa maniera, cerca di non dargli troppo peso. Chi pensa sia meglio vivere alla giornata, concentrarsi sul presente. C’è chi è ottimista, e pensa che sarà roseo. C’è chi invece vede tutto nero, e non prevede niente di buono per l’avvenire. O chi, forse in maniera più realista, semplicemente crede che la verità stia nel mezzo, che non ci sarà né bianco né nero, ma il solito grigio.

Quel che conta, è che di fronte a tutti questi modi di affrontare il futuro, la verità ultima è una e una sola: nessuno di noi può realmente sapere cosa sarà. Certo, si possono cogliere degli indizi dall’attuale situazione, che non è proprio rose e fiori. Di problemi il mondo, come sempre, è pieno, e non staremo qui a elencarli.

Ma noi di RatPark proprio di questa impossibilità di sapere parliamo in questo nuovo numero. Come ci racconta Irene (p.28), che parla di questa incertezza alle nuove generazioni; o come il racconto di Leonardo (p.70), ironico e tagliente. E che dire del mondo del cinema (p.84), dove l’AI prende piede sempre più velocemente? O di quello della musica (p.114), dove gli ologrammi forse sostituiranno gli artisti nel giro di qualche decennio? Che male c’è, in fondo, ad ammettere che le possibilità sono infinite, e che ogni idea riguardo al futuro non può essere esclusa a priori?

Il Numero 05 si propone allora di presentare prospettive e previsioni, speranze e timori, fondati o meno, per quello che voi considerate e noi consideriamo come futuro. Che siano probabili o possibili, vicini o lontani, felici o drammatici, non sta a noi giudicarlo. Perché, in fondo, questo è ciò che rende il futuro privo di una caratterizzazione. Non sta a noi giudicarlo, ma a coloro che lo vivranno. Non è il nostro tempo, ma di coloro che verranno. Cosa diranno guardandosi indietro, cosa diremo noi stessi guardandoci indietro, questa è la domanda. Sarà veramente come ce l’eravamo immaginato? 

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