
Cinema
Eleonora Danco e l’ossimoro del documentario surrealista
Giovedì 17 luglio la regista Eleonora Danco arriva a Firenze per presentare il suo nuovo film, n-Ego. Cosa ci aspetta?
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In un genere di solito pragmatico come il documentario, che mira a rappresentare la realtà, Eleonora Danco sceglie invece una forma surrealista, teatrale, con un risultato sorprendente.
Eleonora Danco, regista, attrice e drammaturga romana, nel 2014 debutta con il documentario N-Capace, che le vale le candidature a David di Donatello, Nastro d’Argento e Globo d’Oro.
Nel 2025 torna con il suo nuovo documentario n-Ego, che promuove nelle arene estive italiane.
“Tutti siamo capaci di essere felici. Tutti siamo dei possibili sprechi. Per n-Ego, il mio secondo film (a differenza del primo N-Capace dove ho trattato Adolescenti e Anziani) ho focalizzato l’attenzione sul mondo degli Adulti. Ci sono voluti diversi step e mesi per costruire il cast. Passavo ore nei quartieri dove poi avrei girato il film, in cerca di esseri umani che micolpissero d’istinto. È stato un lavoro estenuante ma anche molto interessante”

Come spesso accade per le opere d’arte, capire il lavoro e lo stile di Eleonora è molto più facile guardando direttamente l’opera che descrivendola. Ma possiamo provarci.
Il suo metodo consiste nello scegliere persone con storie e provenienze diverse, creando — attraverso la sua interazione — un mosaico di interviste e scorci nei mondi interiori di persone comuni.
Nella sua opera prima N-Capace la regista, con questo metodo, tocca i temi della vita, la famiglia, la morte, il sesso: tutto ciò che compone l’esperienza di un essere umano in quanto tale. Non si tira indietro, rendendo il documentario più personale che mai, intervistando anche suo padre e ponendogli quelle domande che segretamente tutti vorremmo fare a un genitore.
Grazie a questa sensibilità e coraggio, anche dopo più di dieci anni, la pellicola risulta attuale. Particolarmente eloquente e interessante è il ritratto del ruolo della donna che emerge dai pensieri e dalle storie di vecchi e giovani: dalla violenza subita dalle mogli per mano di mariti ormai deceduti alla facilità con cui i liceali sono pronti a etichettare una donna come “troia”.
Come i colori complementari, il chiaroscuro di Caravaggio o il pizzico di sale nei dolci, anche nei documentari di Danco il contrasto tra forma e contenuto esalta gli elementi singoli, mischiando la poesia e la crudezza dell’esperienza umana.
Giovedì 17 luglio alle 21:45 la regista presenterà il suo nuovo documentario all’Arena Pitti di Firenze con ingresso gratuito: un’occasione imperdibile per immergersi di nuovo nel suo viaggio surreale.
