
Letteratura
Tutto è un portale
A cura di
Sara Marseglia
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Tra le più umane delle esperienze c’è sicuramente l’identificazione con il paesaggio. Gli elementi della natura, seppur spaventosi nella loro maestosità, offrono spesso immagini in cui ci si può specchiare. L’arcipelago è una di queste. A prima vista, l’arcipelago fa pensare a una distanza tra le isole, ma, riflettendo più a lungo, ci si rende conto che il mare rappresenta un confine storicamente valicabile. Anzi, forse proprio il mare, con i suoi movimenti continui, che siano dolci o bruschi, sembra suggerire l’idea del viaggio da sempre.
Se l’umanità rappresenta un arcipelago immenso, la conoscenza dell’Altro è possibile tramite il viaggio e l’esplorazione, il superamento, in sintesi, di alcuni ostacoli. Perché si desidera questo viaggio? È la curiosità, tutta umana, di oltrepassare il proprio limite.

Il mare mi abbraccia
il vento mi accarezza
la vita qui è lenta e malinconica:
sono un’isola.
Al mattino è facile illuminarsi
alla sera, altrettanto facile è spegnersi
se vivessi solo in me stessa,
sarebbe facile conoscere ogni angolo
Ma il mare, per sua natura,
ti mette voglia di viaggiare
e quello che sarebbe un confine
diventa un portale verso l’altro.
Le altre isole mi aspettano,
la loro sola presenza implica
la possibilità del dialogo
E quella che sarebbe la mia fine
diventa facilmente il mio inizio.
Salpano dalle coste gli abitanti
che sono in grado di navigare le distanze,
arrivano a visitarmi.
Tra chi viene e chi va
c’è qualcosa in comune:
cercano le differenze e le similitudini.
Le trovano senza sforzo,
lo dimostrano i loro occhi
pieni di sorpresa e di nostalgia.
Il nostro essere un arcipelago
è una scoperta continua.