
Musica
Eclettici, camaleontici, duttili
Intervista agli OltreMarea
A cura di
Bernardo Maccari
☝🏻 Abbonati a Ratpark Magazine
☝🏻 Condividi se ti è piaciuto!
Solitamente nella fase preparatoria di un’intervista inizia una ricerca di informazioni. È importante avere un equilibrio: trovarne abbastanza perché la conversazione sia fruttuosa; non abbuffarsi, rischiando di svilire. Nel caso degli OltreMarea questo problema sostanzialmente non si è posto: finora hanno scelto l’ombra, le luci soffuse dei locali di Bologna e provincia, e quindi di informazioni su di loro se ne trovano ben poche. Adesso che è uscito il loro primo album, Stazione Meteo 50, è decisamente il caso di fare chiarezza.
Nella sua formazione attuale la band è composta da Donata Chiari, voce, Davide Paradisi, tastiere, Davide Nonnis, chitarra, Riccardo Frisari, batteria e Nicola Ruggeri, basso. A unire queste cinque teste sono state una combinazione di casualità, come spiega Davide: “Io e il tastierista suonavamo già insieme, in un altro gruppo. Allo stesso tempo lui faceva dei duetti con Donata. Quando questo gruppo ‘originale’ si è sciolto, io e Dave abbiamo cominciato a mettere su un repertorio di cover in acustico, e l’abbiamo contattata per cantarle”.
Questo succedeva oltre cinque anni fa. “Intorno ad agosto 2019 abbiamo fatto un concerto, senza batteria. Il caso vuole che Riccardo, l’attuale batterista della band, fosse presente e decidesse di proporsi”. Da qui inizia un periodo, interrotto dal Covid e complicato anche dopo la fine della pandemia dalla distanza di Donata, che viveva in Germania, in cui gli OltreMarea si sentono, scrivono e suonano ogni volta che ne hanno l’occasione.
Nonostante tutto è in questo periodo che nascono i brani dell’album, ai quali durante i live cercavano di dare sempre un pochino di spazio, racconta Donata: “Da sempre, anche se ci esibivamo suonando soprattutto cover, abbiamo scritto pezzi nostri. E allora tra l’una e l’altra cacciavamo un pezzo nostro per vedere come reagivano le persone, perché in realtà siamo super timidi. Vedendo che venivano apprezzati, continuando a scriverli, abbiamo iniziato a metterne sempre di più in scaletta finché lo scorso novembre abbiamo fatto il primo concerto interamente composto da pezzi originali”.
Le circostanze logistiche hanno un impatto anche sul processo creativo della band, molto istintivo, ancora oggi che sono tutti tornati a Bologna. Un continuo mescolarsi di idee, appuntamenti magari rari ma molto fruttuosi durante i quali ogni membro della band cercava di portare un pezzetto del proprio vissuto di quelle settimane o di quei mesi, facendolo incontrare con quello degli altri e creando qualcosa che fosse quindi di tutti.
A volte a partire dai dei pezzi di testo scritti da Donata, che: “capita si presenti con un testo e un’idea riguardo alla direzione che dobbiamo prendere in fase compositiva, soprattutto adesso che è tornata dalla Germania. Magari c’è un’idea ben precisa e quindi durante le prove, che sono spesso un momento di sperimentazione, quasi di jam, cerchiamo di comporre rispettando i paletti che si è immaginata per quel testo, o inseguendo il significato che ci vede o ci vediamo dentro” E in realtà capita anche il contrario.
Capita anche che si parta invece dalla musica, su cui poi viene costruito un testo, come spiega Davide: “Magari con Davide, il tastierista, ci vedevamo, scrivevamo un po’ di musica e poi la proponevamo, chiedevamo alla Dona di pensare a qualcosa che funzionasse con questo o quel giro melodico”.
Il risultato di tutto questo, di come, quando e perché gli OltreMarea si sono incontrati e hanno iniziato a suonare, è Stazione Meteo 50. L’album suona effettivamente come una raccolta intima e personale di esperienze. Nove brani ognuno dei quali racconta una storia, a volte in inglese a volte in italiano, ogni volta con grande fermezza.
Non c’è dubbio che la radice primitiva di ciascuno sia qualcosa di successo, visto, o sentito, e questa è la loro forza. I riferimenti stilistici sono numerosi, e il vero filo conduttore è l’importanza del cantato, issato su un piedistallo costruito da parti musicali complesse, raffinate, ma perfettamente comprensibili.
Parlando del grande numero di fonti, anche diverse, a cui i diversi membri della band si ispirano Davide sostiene che “comunque non abbiamo un’identità ben precisa, magari in una giornata storta viene fuori un brano un po’ più triste, oppure ci sono quei giorni in cui siamo carichi e la musica ne subisce le conseguenze”. Subito una piccola correzione: “Si dice eclettici Dave”, interviene Donata “camaleontici, duttili”. E di fatto è vero: non è lasciarsi trasportare dal vento, ma saperlo seguire e ascoltare, creare qualcosa facendolo.
Ciò non vuol dire che non ci siano progetti futuri, e che questi progetti futuri non abbiano una direzione specifica. Anzi, il secondo album degli OltreMarea è già pronto, è già stato scritto. E, come dice Nicola, bassista e ultima aggiunta alla lineup, l’idea è quella di fare della musica piano piano qualcosa di sempre più concreto: “L’obiettivo fondamentale, suonando questo primo album e poi uscendo con il secondo, è quello di fare uno scalino verso il professionismo. Un primo scalino. Poi magari faremo il secondo, il terzo, il quarto, ma sempre uno alla volta. La cosa bella è che in questa band tutti hanno fatto delle scelte concrete per fare della musica il loro mestiere, e quindi la loro vita”.
E allora in bocca al lupo.