Johnson Mella

A cura di

Bernardo Maccari

Immagini di

Dalia Mauri


☝🏻 Condividi se ti è piaciuto!

Dopo il primo EP hai cambiato forma, hai cambiato nome. Descrivi Johnson Mella a chi non lo conosce. 

Si è rivelata una necessità: i percorsi artistici alla fine sono così, soprattutto agli esordi. C’è bisogno di capire dove si vuole andare a parare, cosa si vorrebbe rappresentare di sé e cosa si è veramente. Il nome Johnson Mella mi è parso adatto, dava l’idea dell’Americanizzazione nel modo di suonare e risuonare con gli ascoltatori unita alla componente più classica e cantautoriale. Fa strano descriversi da soli, non è semplice e quasi sempre si dà un’analisi non chiara: posso dire però che sono alla ricerca di un suono che riesca ad unire l’energia della black music alle mie radici italiane. 

Sono usciti due singoli: YGMM e Se io sono qui, che è anche un featuring. Quali sono state le fonti di ispirazione per questi brani e cosa volevi comunicare?

Il mio obiettivo fondamentale è quello di raccontare il vivere quotidiano nella nostra società di vizi e di virtù. Per farlo cerco di identificare una vibe, uno stato d’animo, un filtro di colore o una patina che possano calare sull’ascoltatore durante il brano. È qui come dicevo prima che si fa importante la questione del sound: il jazz, il soul e l’hip-hop sono elementi sonori fondamentali per dare vita alle ambientazioni che io immagino quando scrivo un pezzo o quando lo suono. L’ispirazione nasce dai film, dai libri, dalla fotografia, da tutta l’arte di cui mi sono circondato negli anni e che mi ha aiutato a definire la mia collocazione estetica. in particolare Se io sono Qui cerca di creare un’estetica noir mescolando assieme jazz e hip-hop. Bello è stato anche trattare temi esistenziali e della ricerca di una sfera interiore insieme a quella grandissima penna che è Roci: si è dimostrato un grande amico, artista e il feat perfetto per il questo brano.

Come tutti gli artisti giovani ed indipendenti avrai incontrato delle difficoltà nel tuo percorso di crescita come musicista. Quali credi che siano le principali difficoltà per chi, come te, decide di intraprenderlo?

È molto difficile dare una risposta esaustiva. Credo che il problema principale sia la sempre maggiore complessità della società moderna che internet e la globalizzazione hanno reso più rarefatta, più cangiante, e la conseguente difficoltà di raccontarla. Nello scorso secolo il mondo si prestava di più ad essere raccontato e rappresentato in un modo con cui il pubblico potesse empatizzare, vuoi per la divisione in blocchi, in colori, e per il modo diverso di vivere delle diverse classi sociali. Un altro fattore fondamentale sono i tempi accelerati della nostra generazione: siamo abituati a vedere un volto nuovo, per la prima volta, per tre secondi e a non vederlo mai più. Prima invece magari c’era lo stesso colonnello dell’aeronautica a dare le previsioni del tempo per 30 anni di fila. Rimanere saldi nell’immaginario collettivo di un pubblico, destare un interesse duraturo e crearsi un seguito roccioso, appassionato, che si sentirà accompagnato dalle mie canzoni per tutta la mia vita artistica, dagli esordi al tour d’addio, non è una cosa di quest’epoca. Un ritorno ad un certo tipo di calma è utopico, ma non per questo non è necessario. 

Su Spotify ti descrivi con “A Spike Lee joint”, dicci di più. 

Maledetto di uno Spotify! Il personaggio di Spike Lee, semplicemente, si è dimostrato una grandissima fonte d’ispirazione durante la stesura delle canzoni. Niente di più. La verità è che cercavo una frase da rileggere. Questa in particolare mi è sembrata comunque più esaustiva che un’autobiografia di tre pagine.

Ma quindi, se tu potessi scegliere un/una artista di qualsiasi epoca con cui passare una serata sarebbe Spike Lee? Se non lui, chi altro? 

Sarebbe impossibile fornire un solo nome, dovrei piuttosto fornire una lista, una lista lunghissima. Spike comunque sicuramente sarebbe un’ottima scelta, anche se non mi dà l’idea di qualcuno che fa serata. Al limite quando vincono i Knicks. Ci andrei a prendere più volentieri un gelato.

A questo punto è doveroso chiedere: sono usciti due singoli, ma quali sono i prossimi passi per Johnson Mella?

Ho fissato qualche data qua e là per quest’estate, e usciranno un altro paio di singoli, che andranno a chiudere il cerchio di un nuovo EP. Il lavoro fatto fino adesso mi soddisfa, il mio augurio è quello di riuscire, a partire dalla fine dell’estate, a dedicarmi a nuove ricerche, e che da queste ricerche nasca un nuovo disco. Vedremo!

Lascia un commento

Torna in alto